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    NORMATIVA


    RIFERIMENTI NORMATIVI                                                 RINGHIERE E PARAPETTI 



    UNI 7697 "Criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie"


    Questa normativa è valida e cogente su tutto il territorio italiano per via del Decreto Legislativo n. 206 del 6 settembre 2005 e precedenti.

    Stabilisce i criteri per la scelta dei vetri idonei da utilizzare in funzione della particolare destinazione d’uso prevista, allo scopo di assicurare i requisiti minimi di sicurezza dell’utenza.


    La norma fissa un criterio per classificare le differenti tipologie di vetrazioni, suddividendole in:

    esterne: sono posizionate all’esterno o separano un ambiente esterno da uno interno;

    interne: sono posizionate all’interno o separano due ambienti interni;

    verticali: angolo di montaggio sull’orizzontale ≥60°;

    orizzontali: angolo di montaggio sull’orizzontale <60°;

    accessibili: le persone possono venirne a contatto;

    non accessibili: le persone NON possono venirne a contatto;

    protette: si sono adottati accorgimenti che eliminano in modo certo il rischio connesso a rottura delle lastre;

    non protette: non si sono adottati gli accorgimenti di cui sopra.


    Inoltre definisce le azioni e le sollecitazioni che potrebbero portare alla rottura del vetro:

    carichi dinamici: da vento, folla, traffico pedonale, onde di pressione e depressione, … (cfr. § 6.1);

    carichi statici: peso proprio, carichi imposti, neve, pressione idrostatica in acquari e piscine, … (cfr. § 6.2);

    urti da grandine (cfr. § 6.3);

    vibrazioni (cfr. § 6.4);

    torsioni da azionamento di parti apribili (cfr. § 6.5);

    fatica (cfr. § 6.6);

    sollecitazioni sismiche: conseguenza di fenomeni tellurici (cfr. § 6.7);

    urti dovuti all’impatto di una persona (UNI EN 12600) (cfr. § 6.8);

    colpi intenzionali, atti vandalici, effrazione (UNI EN 356) (cfr. § 6.9);

    urti di proiettili (UNI EN 1063) (cfr. § 6.10);

    incendi (UNI EN 357) (cfr. § 6.11);

    esplosioni (UNI EN 13541) (cfr. § 6.12);


    E determina infine i rischi che sono associabili alla rottura della lastra:

    danni a persone o cose: quando la rottura del vetro può causare ferite ad animali, persone o danni a cose (cfr. § 7.1);

    caduta nel vuoto: quando la rottura del vetro può causare una caduta da un’altezza ≥1 m (cfr. § 7.2);

    danni sociali: quando la rottura del vetro può causare danni alla collettività, come danni ad opere d’arte, evasioni da carceri, … (cfr. § 7.3);


    Esistono delle particolari applicazioni che non presentano un particolare pericolo e per le quali i danni conseguenti alla rottura si limitano alla sola sostituzione della lastra stessa. Tra queste si citano:

    • lastre in vetrate;

    • porte;

    • finestre;

    • porte-finestre interamente intelaiate in serramenti che non sporgano all’esterno dell’edificio ed il cui lato inferiore si trovi ad oltre 100 cm di altezza dal piano di calpestio (salvo prescrizioni più severe previste da regolamenti regionali o locali).


    La UNI 7697 fornisce i criteri di sicurezza minimi da seguire per le applicazioni vetrarie. Nella progettazione si possono adottare criteri diversi da quelli indicati nella normativa, purché non conducano a condizioni di sicurezza meno favorevoli.


    Effettuata la scelta del tipo di vetro in funzione della particolare applicazione, se ne definisce lo spessore atto a sopportare carichi e sovraccarichi, mediante il metodo di calcolo conforme alla UNI 7143.




    UNI EN 356 "Prove e classificazione di resistenza contro l'attacco manuale"


    La normativa classifica i vetri stratificati di sicurezza in funzione della resistenza opposta alle azioni dovute a forze esterne. Definisce quindi, tramite due differenti tipi di prova, due categorie di vetri:

    i vetri anti- vandalismo

    i vetri anti- effrazione


    Le prove utilizzate hanno lo scopo di verificare la capacità delle lastre di ritardare, per un periodo di tempo limitato, l’accesso di oggetti e/o persone ad uno spazio protetto.


    La prestazione di resistenza agli atti vandalici viene classificata per mezzo della prova di caduta di un corpo duro. Si utilizza una sfera di acciaio di circa 100 mm di diametro ed una massa di circa 4,11 kg.

    Questa viene fatta cadere da altezze diverse e tutti e tre i provini utilizzati nella prova devono impedire la penetrazione da parte del corpo d’impatto.

    Le classi per questo tipo di prova sono cinque, dalla P1A alla P5A, in ordine crescente di prestazioni.


    Per quanto riguarda la resistenza all’effrazione, il test utilizzato è la cosiddetta prova dell’ascia, nella quale tutti e tre provini utilizzati devono richiedere almeno il numero minimo di colpi stabilito per creare un’apertura.

    La testa dell’ascia ha una massa di circa 2 kg e deve essere fabbricata in acciaio fucinato.

    Per questo tipo di prova ci sono tre classi, dalla P6B alla P8B, in ordine crescente di prestazioni.




    UNI EN 1063 "Classificazione e prove di resistenza ai proiettili"


    La normativa specifica i requisiti prestazionali ed i metodi di prova per classificare la resistenza ai proiettili di vetrate (costituite da uno o più strati di vetro) e di lastre composite vetro/plastica.

    Si applica alle vetrate per edilizia ad uso interno ed esterno e riguarda gli attacchi con pistole, fucili e fucili da caccia.


    La normativa prevede che vengano esplosi contro il campione di vetro 3 colpi ai vertici di un triangolo equilatero di 100 mm di lato.

    Il superamento della prova si verifica se viene soddisfatto almeno uno dei seguenti requisiti:

    • Non vi deve essere nessuna perforazione della vetrata da proiettile o parte di esso e nessuna perforazione del foglio testimone da schegge di vetro sulla faccia opposta. Questo tipo di vetrata viene classificata con un marchio addizionale “NS” (senza schegge)

    • Non vi deve essere nessuna perforazione della vetrata da proiettile o parte di esso, ma perforazione del foglio testimone da schegge di vetro staccatesi dalla faccia posteriore. Questo tipo di vetrata viene classificata con un marchio addizionale “S” (schegge)


    Vengono definite sette classi per i colpi di pistola e fucile, da BR1 a BR7, e due classi, SG1 e SG2, per i colpi di fucile da caccia.




    UNI EN 12600 "Prova del pendolo - Metodo della prova di impatto e classificazione per il vetro piano"


    test del pendolo


    La normativa classifica i vetri piani per edilizia in tre categorie, sulla base delle prestazioni all’impatto e della modalità di rottura.


    La prova impiegata è il cosiddetto “Test del pendolo”, nel quale dei campioni di vetro piano per uso in edilizia vengono colpiti da uno speciale corpo semirigido, che simula l’impatto accidentale di un corpo umano sul vetro.

    Il pendolo è costituito da due speciali pneumatici, le cui caratteristiche sono definite in una specifica normativa, ed ha un peso di 50 ± 0,1 kg.

    La modalità di rottura osservata, unitamente all’altezza da cui è stato lanciato il pendolo, sono i parametri che consentono di classificare le varie tipologie di vetro.


    Questo sistema di classificazione contribuisce all’aumento della sicurezza personale contro gli infortuni mediante la riduzione delle ferite da taglio e da perforazione, le caratteristiche di resistenza allo sfondamento ed alla caduta nel vuoto.

    Il superamento della prova da parte delle lastre testate si verifica se vengono soddisfatti i seguenti requisiti:

    • Sul provino appaiono numerose fessurazioni, ma in nessuna di esse si può introdurre una sfera con d = 76 mm mediante una forza massima F = 25 N. Se si staccano particelle, il peso non deve superare la massa equivalente a 10.000 mm2 del provino originale.

    • Il provino si disintegra e il peso delle 10 particelle più grandi non deve superare la massa equivalente a 6500 mm2 del provino originale.


    Sulla base della prestazione fornita all’impatto dai provini, viene effettuata la classificazione in funzione dell’altezza di caduta dell’impattatore e della modalità di rottura.

    La notazione utilizzata per definire le classi è del tipo α(β)γ ed composta da due numeri (α e γ) ed una lettera (β):

    α è l’altezza di caduta dell’impattatore:

     - α = 3 à 190 cm

     - α = 2 à 450 cm

     - α = 1 à 1200 cm

    β è la modalità di rottura:

     - β = A à vetro ricotto

     - β = B à vetro stratificato

     - β = C à vetro temprato

    γ è l’altezza massima di caduta dell’impattatore a cui il provino non si rompe o si rompe conformemente.


    Le notazioni più frequentemente utilizzate (cfr. UNI 7697) sono la 1B1, 2B2, 1C1, 1C2